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(foto: Pete Linforth via Pixabay)

Non c’è solo la variante delta. Da poco è stata individuata una nuova forma mutata della Delta, chiamata per questo Delta Plus, in sigla AY.1. Questa risulta legarsi con maggiore facilità alle cellule polmonari ed essere più contagiosa anche della della delta. Scoperta per la prima volta in India nell’aprile 2021, questa variante è stata rilevata in questo paese in qualche decina di casi ma risulta presente anche in altri 9 paesi, secondo quanto riporta un articolo della Bbc, fra cui il Regno Unito e gli Stati Uniti.

Delta Plus, la situazione oggi

La Delta Plus – individuata in India in aprile – è stata segnalata per la prima volta in un bollettino del Public Health England dell’11 giugno. Attualmente è stata registrata in India in circa 40 campioni all’interno di sei distretti afferenti a tre stati – Maharashtra, Kerala and Madhya Pradesh. Lo stato per ora più colpito è Maharashtra, con almeno 16 casi. Se la variante delta risulta presente in almeno 80 nazioni in tutto il mondo, la delta plus è già in 9 paesi, che sono: Stati Uniti, Regno Unito, Portogallo, Svizzera, Giappone, Polonia, Nepal, Russia e Cina.

Cosa sappiamo sulla variante Delta Plus

Si tratta di un sottotipo della variante Delta, che ha acquisito una mutazione – chiamata K417N – della proteina spike del coronavirus presente nella variante beta (forse più nota come sudafricana). Il ministero della Salute indiano ha spiegato che la variante Delta Plus potrebbe diffondersi più facilmente, insidiarsi più agevolmente nei polmoni e potrebbe resistere alle terapie con anticorpi monoclonali. L’ipotesi degli scienziati è che le caratteristiche della delta, unite alla mutazione della beta, possano renderla più trasmissibile. “La mutazione K417N rientrava nella categoria delle varianti di interesse dato che presente nella variante beta”, scrive il ministero della Salute indiano in una nota riportata da Reuters, “che ha mostrato di avere la capacità di evadere la risposta immunitaria”.

Variante di interesse o che preoccupa?

Già da qualche tempo l’Organizzazione mondiale della sanità e altri organismi internazionali hanno adottato una nuova classificazione della pericolosità delle nuove varianti di Sars-Cov-2, che prevede tre criteri o livelli. Ci sono le cosiddette varianti di interesse, quelle che destano preoccupazione e quelle con conseguenze significative. In generale ogni nuova variante, per essere inclusa in questo gruppo, dovrebbe essere più contagiosa o pericolosa delle precedenti. Dalla descrizione precedente sembrerebbe che Delta Plus rientri fra le varianti che preoccupano. Tuttavia alcuni scienziati indicano che abbiamo ancora pochi dati per affermarlo.“Non ci sono ancora dati sufficienti per supportare la richiesta di inserimento della variante fra quelle che destano preoccupazione”, afferma nell’articolo sulla Bbc Gagandeep Kang, virologa e prima donna indiana ad essere eletta Fellow of the Royal Society of London.“Bisogna avere informazioni biologiche e cliniche per considerare che una variante possa realmente afferire a questa categoria”. Insomma bisognerà attendere un po’ per capire il reale impatto, in termini di contagiosità e danni alla salute, di questa nuova variante.

Un recap sulla variante Delta

Sulla variante Delta, invece, abbiamo qualche informazione in più, dato che – purtroppo – è già più diffusa. Inizialmente chiamata indiana, questa risulta più contagiosa potrebbe essere associata a forme più severe di Covid-19 e a un andamento temporale differente rispetto alla comparsa dei sintomi e allo sviluppo della malattia. Nel Regno Unito questa forma è prevalente e riguarda la stragrande maggioranza dei casi. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) stima che entro la fine dell’estate questa variante riguarderà il 90% dei contagi in Europa, e in Italia la sua diffusione è pari al 9% (secondo i dati del centro Ceinge-Biotecnologie del 16 giugno).

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Ha le caratteristiche della Delta e in più una mutazione propria della beta (la variante sudafricana). Potrebbe essere più contagiosa, letale e resistente agli anticorpi monoclonali, ma ancora sono ipotesi da confermare. Cosa sappiamo e in quali paesi è già stata rintracciata
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