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(foto: Rick Loomis/Getty Images)

Che fine ha fatto QAnon? La teoria complottista, secondo cui gran parte della classe dirigente americana fa parte di una setta di pedofili satanisti contro cui l’ex presidente Donald Trump starebbe combattendo una battaglia segreta in nome nel bene, non è più così presente sui social come nei mesi scorsi. È però ancora presto per decretarne la fine, secondo gli esperti, anche se Q non si fa più sentire dal dicembre 2020.

Molti account e gruppi erano stati banditi sui principali social l’anno scorso prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, ma questa repressione potrebbe essere arrivata però troppo tardi. Le idee di chi crede in Q “hanno cementato il loro posto e ora fanno parte del folklore americano, ha affermato Max Rizzuto, un ricercatore del Digital Forsensic Research Lab dell’Atlantic Council. “Non credo che lo vedremo mai scomparire”.

QAnon è un fenomeno che è cresciuto negli ultimi quattro anni e da pochi messaggi enigmatici pubblicati da un anonimo su 4chan e 8chan è arrivato a radicalizzare centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Un sondaggio di marzo del Public religion research institute and the interfaith youth core (Prri), attualmente circa 30 milioni di americani pensano che le teorie di Q siano in parte se non totalmente fondate.

Tuttavia, dopo i picchi nella tarda estate del 2020 e brevemente il 6 gennaio, gli slogan di QAnon sono in gran parte scomparsi dai siti tradizionali, hanno scoperto i ricercatori di DfrLabs che hanno monitorato 40 milioni di interazioni sui social questa primavera.

Ora online è difficile trovare sulle grandi piattaforme gruppi o canali che si rifanno esplicitamente a questa mega teoria complottista. Secondo i ricercatori i suoi seguaci però ci sono ancora e stanno cercando di mimetizzarsi rendendo più appetibili i propri argomenti e in parte sono migrati verso social più piccoli e meno controllati come Gab e Parler.

“C’è stato uno sforzo molto, molto esplicito all’interno della comunità di QAnon per camuffare il proprio linguaggio”, ha affermato Angelo Carusone, presidente e Ceo di Media Matters, un gruppo di ricerca che ha seguito l’ascesa di QAnon.

QAnon ora comprende una varietà ancora maggiore di teorie del complotto e si è legata a gruppi contro i vaccini e a chi crede che le elezioni di novembre 2020 siano state rubate a Donald Trump.

Recentemente, funzionari dell’intelligence federale americana hanno avvertito che gli aderenti a QAnon potrebbero diventare più violenti e tornare a commettere azioni come la mortale insurrezione del Campidoglio il 6 gennaio. Bisogna ricordare anche che una sostenitrice di QAnon è stata eletta al Congresso.

Intanto Facebook ha affermato di aver rimosso circa 3.300 pagine, 10.500 gruppi, 510 eventi, 18.300 profili e 27.300 account Instagram per aver violato la sua politica contro QAnon, mentre Twitter ha dichiarato di aver sospeso fino ad oggi 150mila account di questo tipo. L’opinione di molti esperti è però che queste misure siano state prese in ritardo, quando orami tantissime persone erano cadute nella trappola di QAnon.

Se ci fosse mai stato un momento per un’azienda di social media di prendere posizione sui contenuti di QAnon, sarebbe stato anni fa”, ha affermato Rizzuto.

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I seguaci della popolare teoria del complotto sono ancora presenti online anche se cercano di mimetizzarsi e i loro slogan sono meno espliciti, rivela una ricerca
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