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(Foto: Pixabay)

L’ondata di calore che ha investito il Canada, provocando circa 500 morti e innescando centinaia di incendi, ha colpito anche gli Stati Uniti, lasciandosi alle spalle altre 200 vittime in Oregon e nello Stato di Washington. Particolarmente impressionante è il dato di Washington, dove i 78 decessi della scorsa settimana rappresentano il doppio delle morti totali avvenute in primavera ed estate tra il 2015 e il 2020.

Tra metà giugno e la fine di agosto del 2020, ci sono state 7 morti legate al caldo nello stato di Washington, mentre tra il 2015 e il 2020 il totale è stato di 39 decessi. “Questo enorme salto nella mortalità dovuta al caldo è un evento che molte persone non pensavano avrebbero mai vissuto nel nord-ovest del Pacifico, dove il clima è per lo più moderato”, ha detto il dottor Scott Lindquist, ufficiale sanitario dello stato di Washington, in una dichiarazione riportata dal Guardian “Tuttavia il clima sta cambiando e le prove sono questi eventi meteorologici drammatici, come le grandi inondazioni, le ondate di calore e altro ancora”.

In Oregon, secondo quanto riportato da Associated press, la vittima più giovane aveva 37 anni, mentre la più anziana 97. La maggior parte dei decessi sono avvenuti nella contea di Multnomah a Portland, dove molte delle persone rimaste uccise non avevano ventilatori o aria condizionata nelle proprie case e sono morte asfissiate dalle temperature estreme.

Durante l’ultima settimana i termometri hanno superato i 46 gradi, a causa di due sistemi di alta pressione rimasti fermi nella zona del nord-ovest del Pacifico, creando una cupola di aria calda stagnante che ha causato l’aumento delle temperature. Secondo uno studio prodotto da World ewather attribution, ma non ancora sottoposto a revisioni, il fenomeno atmosferico di questi giorni sarebbe stato impossibile senza il cambiamento climatico causato dagli esseri umani. Per i ricercatori le temperature registrate sarebbero così alte da trovarsi “molto al di fuori della gamma di temperature riportate dalle analisi storiche”.

Oltre alle conseguenze dirette sulla vita umana, l’ondata di calore ha colpito la fauna marina della costa pacifica del Canada, provocando ulteriori problemi indiretti. Secondo Christopher Harley, biologo della British Columbia University, circa un miliardo di animali marini potrebbero essere morti nelle ultime due settimane, in particolare molluschi, causando una diminuzione della qualità delle acque. Per nutrirsi infatti cozze, vongole e altri bivalvi assorbono e filtrano l’acqua, contribuendo a mantenerla limpida e pulita. Una diminuzione così drastica e improvvisa di questi filtri naturali potrebbe quindi compromettere l’ecosistema marino della zona e mettere in pericolo la sopravvivenza di altre specie.

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Il caldo estremo ha ucciso 200 persone in Oregon e nello stato di Washington, dove il numero di vittime è stato il doppio di quelle registrate tra il 2015 e il 2020
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