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Manca ormai poco più di un mese all’avvio del nuovo anno scolastico e la sensazione è che se non si stanno replicando errori e ritardi dell’anno scorso, poco ci manca. Sono tanti i punti organizzativi ancora in sospeso, anche la campagna vaccinale non sta più procedendo spedita come ci si era prefissati e il rischio è che quella didattica a distanza che da una parte ha salvato l’istruzione nell’ultimo anno e mezzo ma dall’altra ha aumentato le disuguaglianze educative, possa continuare a essere la regola più che l’eccezione anche nel 2021-2022.

Nove regioni su venti sono in ritardo nelle somministrazioni delle dosi al personale scolastico. In alcuni casi la copertura riguarda al momento solo il 50% del totale, come in Sicilia, e i dati di luglio parlano di oltre 200mila lavoratori della scuola che ancora non si sono vaccinati. A questo si aggiunge il tema degli studenti, al momento solo una minoranza ha ricevuto il vaccino mentre sono otto milioni gli “assenti” e la Campania, per esempio, sta già pensando di rinviare l’inizio delle lezioni proprio per raggiungere prioritariamente una buona percentuale di copertura tra i ragazzi.

(Foto: pixabay.com)

Al di là di questo, ma strettamente connesso, c’è il tema del green pass. La politica continua a tergiversare e se nelle scorse ore sembrava di essere vicini a una soluzione, a sorpresa il premier Mario Draghi ha rinviato ogni decisione, per ora sembrerebbe di una settimana. Le ipotesi in campo sono l’obbligatorietà dei vaccini per il personale scolastico, pena la sospensione dal ruolo, oppure una forte raccomandazione a farlo, che però rischia di servire a poco. Probabile passerà quest’ultima linea, anche per le pressioni fatte da Matteo Salvini in un incontro con l’ex presidente della Bce. L’obiettivo dichiarato è avere per l’inizio delle lezioni un 90% del personale scolastico vaccinato con entrambe le dosi ma se nelle prossime settimane questo numero dovesse essere lontano, si potrebbe tornare a parlare di obbligatorietà, come vorrebbero anche i presidi. Per quanto riguarda gli alunni, invece, si spera di avere un 60% di vaccinati per settembre, un numero importante in confronto alla situazione attuale ma che rende bene l’idea di come le classi tra un mese saranno molto lontane dall’immunizzazione completa.

Anche a livello organizzativo sembra che si brancoli ancora nel buio. Si parla di trasporti all’80%, scaglionamenti degli orari delle lezioni, mascherine e distanziamento di un metro nelle classi sempre che si riesca, tante ipotesi in fac simile a quelle dello scorso anno che però non sono ancora parte di un piano strutturato e definitivo, questo mentre il tempo scorre inesorabile. Altri problemi riguardano la digitalizzazione, con un rapporto di Esri Italia che mostra che a oggi esiste ancora un divario tecnologico molto forte tra gli istituti, o la copertura delle cattedre, solo 9mila su 25mila, con il rischio che a tutti i disagi dovuti alla pandemia per gli studenti si aggiunga anche quello di non avere un professore. 

Dai sindacati alle associazioni di categoria è tutto un gridare al fatto che “il nuovo anno scolastico è a rischio” e se questa è la situazione, sembra una previsione credibile. Mentre ci apprestiamo ad entrare in agosto, tutto ciò che riguarda la scuola continua a restare nel campo delle ipotesi e delle probabilità, senza alcuna certezza definita su cui cominciare a lavorare Un déjà-vu del 2020, che non porterà alle medesime difficoltà perché in ogni caso partiamo da una base migliore, quella di un popolo scolastico almeno in parte immunizzato. Un buon punto di partenza che dovrebbe essere uno stimolo a fare meglio e che invece sembra si stia traducendo nella giustificazione per tergiversare, come se i problemi fossero già risolti in questo modo. 

L’esperienza delle nuove ondate all’estero, i contagi in risalita anche nel nostro paese, sono invece la dimostrazione che siamo ancora immersi nella pandemia e che ci vuole poco per perdere tutto il vantaggio accumulato. Se quello della scuola si è dimostrato fino a ora uno dei dossier più fragili e delicati, allora non c’è altro tempo da perdere per prendere decisioni chiare e definite che consentano, in questo mese che rimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, di farsi trovare pronti.

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A poco più di un mese dall’avvio dell’anno scolastico regna l’incertezza sulle regole con cui ricominceranno le lezioni. Il rischio è farsi (ri)trovare impreparati e ritornare alla Dad
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