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Le macchine per fare il pane regalano profumi e consistenze quasi inaspettate. Chiunque decidesse di mettere alla prova i modelli Moulinex Pain et Délice, Imetec La Forneria + ZeroGlue e Panasonic SD-B2510 potrebbe vivere almeno per un momento l’esperienza edulcorata di un fornaio. Pagnotte, baguette, pane a cassetta di ogni consistenza, colore e gusto. Ecco quel che sono in grado di fare questi food processor: impasto, lievitazione e cottura. Ok, ma alla fine com’è il risultato? Mediamente si ottiene un pane di qualità nettamente superiore rispetto a quella dei supermercati, delle panetterie low-cost e di Subway. È molto buono con una crosta più o meno consistente, ma ovviamente non c’è paragone con l’eccellenza delle panetterie di paese o le boutique (di città) con forno a legna o elettrico.

In sintesi è un pane che profuma di sano e naturalezza, soprattutto se si impiegano materie prime di qualità. Notevole anche l’elasticità della mollica. Anche i bambini meno inclini a mangiare il pane sembrano apprezzare e cambiare facilmente abitudini. Inoltre è molto facile gestire le intolleranze, puntando su farine ad hoc, e stimolare la creatività sperimentando ingredienti più o meno golosi o austeri.

Abbiamo selezionato due modelli piuttosto gettonati e una novità di quest’anno. Tutti si affidano a un cestello con una o più pale, misurino e bicchiere graduato, un sistema elettronico di gestione programmi e resistenze termiche per la cottura. La differenza però è negli ingombri, la sensoristica e la qualità dei ricettari (e manuali). Quest’ultimo potrebbe sembrare un dettaglio di poco conto, ma fa davvero la differenza perché fare il pane è materia da chimici: bisogna essere precisi nelle quantità, selezionare il lievito e gli ingredienti giusti, badare un po’ alle temperature ambientali, etc. Tocca sperimentare un po’ e con le istruzioni poco accurate viene richiesto maggiore impegno. Infine scordatevi di potervi svegliare con il profumo di pane appena fatto sfruttando l’avvio ritardato: sono (quasi) tutte troppo rumorose.

Moulinex Pain et Délice, la più piccola

Pain & Délices è la macchina per il pane Moulinex dal miglior rapporto qualità/prezzo, che occupa uno spazio modesto. Costa di listino 167 euro e si trova online a poco meno di 100 euro. Consente di preparare pane, pasta per la pizza, pasta fresca, marmellate (una bomba con la frutta di stagione!), porridge e formaggio fresco. Ha 20 programmi, di cui 3 senza glutine, per complessive 28 ricette. Inoltre consente di scegliere fra tre formati (500 g, 750 g e 1 kg) e tre livelli di doratura. La forma del pane è sempre squadrata, a bauletto. Non ha un oblò per il controllo delle operazioni ma ha solo un display lcd con pratici comandi e tasti a placchetta piuttosto funzionali. Consente l’avvio ritardato fino a quindici ore e mantiene caldo il pane per circa un’ora.

Moulinex Pain et Délice

Questo modello occupa non troppo spazio (31 x 29 x 29 cm), pesa 4 Kg ed è accreditato di una potenza massima di 720 watt. Il design è gradevole e i materiali inox e plastica appaiono robusti; forse solo la colorazione nera potrebbe mal integrarsi in alcune cucine.

Il più grande difetto di questo prodotto è nella manualistica. Ed è un peccato perché il pane che è in grado di “sfornare” è molto buono. La traduzione italiana ha mantenuto per esempio la denominazione delle farine com’è d’uso in Francia. Quella che da loro si chiama T80 da noi è il grano tenero di tipo 1; le T110 e TT150 identificano rispettivamente tenero di tipo 2 e integrale. In pratica per preparare la prima pagnotta abbiamo dovuto buttare uno sguardo sia al ricettario che al manuale di istruzioni pur mantenendo un certo grado di incertezza. Fortunatamente il successo di questa macchina ha indotto moltissimi appassionati a scambiarsi ricette e consigli online: su internet si trova tutto, ma Moulinex anche sul sito ufficiale potrebbe mettere a disposizione qualche rinnovato pdf da scaricare.

Pain & Délices, una volta compresi i meccanismi, è facile. Si mettono tutti gli ingredienti, si seleziona il programma e via. Tranne alcune preparazioni speciali si può abbandonare la macchina a se stessa ed essere certi di un buon risultato finale. Per un pane rapido ci vogliono almeno tre ore, mentre per le lievitazioni più lunghe il tempo quasi raddoppia. Però il pane offre sempre una crosticina consistente (forse la migliore), buon profumo, elasticità della mollica e gusto. Le vere variabili sono la qualità degli ingredienti, la loro temperatura e quella ambientale.

In tal senso almeno su questo punto il manuale è molto chiaro. A volte potrà capitare di sbagliare, ma in linea di massima con un po’ di esperienza diventerà molto facile ottenere buoni risultati. Infine c’è un limite ingegneristico ed è quello legato alla piccola pala impastatrice. È fatta per rimanere dentro l’impasto, quindi al termine della cottura si rimuove la vaschetta con il pane, si attende che si freddi e poi si toglie il panetto. A quel punto dalla parte inferiore si sfila la pala con un gancetto e di conseguenza si crea un buchetto. Dopodiché anche quando si andrà a tagliare il pane si scoprirà verso il fondo una zona cava creata dalla pala. È un dettaglio spiacevole per tutte le macchine di questo segmento, ma non vi sono alternative.

Consigliata a chi ha poco spazio in cucina, non vuole spendere molto e ha dimestichezza con la ricerca online di informazioni e ricette

Wired: ottimo prezzo, qualità finale del pane, ingombri ridotti

Tired: manualistica e ricettario totalmente da rivedere, display non troppo leggibile e tasti a placchetta dalla dubbia durabilità nel tempo

Voto: 7,5

Imetec La Forneria, la più versatile

La Forneria + ZeroGlu è uno dei modelli più citati online, capace di realizzare panini, ciabatte, pizze, dolci, plumcake, marmellate e impasti per pizza. Costa di listino 259,90 euro e si trova online a poco meno di 200 euro. Ha 20 programmi automatici per diversi tipi di farine (anche per ciliaci). Come il modello Moulinex impasta, lievita e cuoce. Permette di selezionare tre livelli di doratura della crosta e anche di programmare l’avvio. La sua qualità principale è di disporre di un contenitore per pane da 1 kg, due contenitori per due ciabatte e due contenitori per sei panini. Insomma, si può giocare con le forme. In più si affida a doppie pale impastatrici. Le dimensioni però sono di 43 x 27,5 x 31,5 cm e il peso è di 8,3 kg. La potenza massima è di 920 watt.

Imetec La Forneria + ZeroGlu

La macchina per il pane Imetec ha linee arrotondate e ingombri importanti, soprattutto come base di appoggio, ma anche il vantaggio di avere un oblò per controllare la massa. Anche in questo caso il display è piccolo ma i tasti fisici hanno dimensioni adeguate. Complessivamente appare come una macchina solida e forse leggermente più rumorosa della Moulinex. A ogni modo sonorità tollerabili in ambito diurno.

La prima qualità di questa macchina è nel manuale e ricettario. Tutto semplice e ben spiegato; notevole l’occhio di riguardo nei confronti degli intolleranti alle farine con glutine. Su Internet vi sono molti consigli e altre ricette, ma volendo il materiale fornito dal produttore è più che adeguato. Dal pane a tre lievitazioni con farina cinque cereali a quello con lievito madre o la marmellata di fragola è sempre un piacere. Per un pane semplice con lievito pasta madre ci vogliono circa sei ore, mentre per un multicereali circa metà tempo. La resistenza corre di fatto su tutto il perimetro della vaschetta quindi dovrebbe consentire una cottura più uniforme. In verità non abbiamo rilevato grandi differenze rispetto a Moulinex. Anzi, in alcuni casi l’ampia superficie superiore esposta – la forma del pane assomiglia di più a un pane a cassetta lungo – sembra rendere la crosta meno uniforme. Comunque sono piccolezze che si risolvono individuando la quantità di acqua adeguata al livello di forza della farina scelta.

Le pale sono due e secondo le istruzioni possono essere rimosse a fine cottura oppure durante un momento specifico – segnalato con un suono – che non dovrebbe interrompere la lievitazione. Già, perché il portello superiore non andrebbe mai alzato durante la lavorazione a meno che non lo preveda la ricetta come nei casi delle ciabatte.  Anche in questo caso se si interviene alla fine si creano ben due forellini con altrettante zone cave.

Al netto di questo dettaglio il pane risulta sempre abbastanza croccante, molto buono e dalla consistenza elastica. Difficile individuare una netta differenza tra Imetec e Moulinex: forse con La Forneria si ottiene subito il risultato immediato grazie al valido ricettario.

Consigliata a chi è intollerante alle farine con glutine, a chi ama sperimentare ricette e forme diverse, a chi ha spazio in cucina

Wired: versatilità, manualistica adeguata (soprattutto per intolleranti al glutine), buona qualità del pane

Tired: base piuttosto larga, un po’ rumorosa e prezzo di listino

Voto: 7,5

Panasonic SD-B2510, la più facile

La Panasonic SD-B2510 è il nuovo modello entry-level che va ad affiancare le linee 2021 Panasonic 2530 e 2550. Costa di listino 179,99 euro ma dato che è appena uscita anche online le promozioni sono minime. Ha 21 programmi automatizzati che consentono di fare diversi tipi di pani – sempre senza lievito madre – con farine diverse, pan brioche, ricette senza glutine, impasti per pizza, marmellata, etc. Insomma, come le concorrenti offre molta scelta e ovviamente si occupa di impastare, far lievitare e cuocere. Anche in questo caso si può selezionare fra tre livelli di doratura e di dimensione (massimo 1,1 kg). Possibile anche la programmazione dell’avvio fino a 13 ore. Le dimensioni sono di 40,8 x 25,2 x 36,2 cm e il peso è di 6,3 kg. La potenza massima è di 550 watt.

Panasonic SD-YR2510

La macchina per il pane di Panasonic appare essenziale, con un design sobrio e dimensioni abbastanza gestibili in cucina poiché si sviluppa in altezza. Anche il peso ne agevola lo spostamento. Internamente alcuni dettagli materiali e strutturali mostrano un leggero vantaggio rispetto alla concorrenza.

Il primo pregio distintivo è di essere silenziosa: probabilmente è l’unica del lotto che potrebbe essere programmata per funzionare di notte e assicurare la mattina un pane appena sfornato. Inoltre è l’unica ad affidarsi a due sensori di temperatura – uno per l’esterno e l’altro per l’interno – per ottimizzare i programmi. In pratica la temperatura ambientale e degli ingredienti condiziona il risultato finale, quindi la Panasonic gioca sulla durata di ogni fase (impasto, lievitazione e cottura). Altro dettaglio riguarda la presenza di un’unica pala, che però grazie a un meccanismo di blocco si sfila da sola nel momento in cui si fa scivolare il pane fuori dallo stampo. Il buchino nel pane c’è sempre, ma non bisogna più ravanare con l’uncino come le altre macchine.

Manuale di istruzioni e ricettario sono ben realizzati e di facile comprensione. Impossibile sbagliare anche perché l’interfaccia della macchina è essenziale. Inoltre non bisogna spaventarsi se all’avvio non parte subito: a volte in relazione proprio alle temperature è possibile che attenda qualche minuto in più. Per un pane bianco bastano circa quattro ore, mentre uno veloce meno di due ore e per un integrale cinque ore. La resistenza corre sul perimetro come gli altri modelli, ma la forma del pane ricorda una versione a cassetta molto alta. La crosta di solito è meno spessa dei modelli Imetec e Moulinex, ma gusto e consistenza a volte sembrano mediamente superiori.

La crosta superiore ogni tanto si è sgonfiata un po’, perdendo di croccantezza, ma ho scoperto che questo effetto è spesso è dovuto al rapporto tra quantità di farina e acqua. Le farine assorbono i liquidi in relazione alla loro forza, quindi può capitare di dover correggere un po’ le ricette. Ma anche questo dettaglio è presente sui manuali. In sintesi la Panasonic è un’ottima macchina per il pane che può essere usata da chiunque.

Consigliata a chi vuole un buon risultato senza troppo impegno o sperimentazione

Wired: silenziosissima, manualistica facile e qualità media del pane

Tired: crosta superiore a volte poco croccante, prezzo alto

Voto: 8

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Moulinex, Imetec e Panasonic sono ottimi elettrodomestici dal prezzo concorrenziale. La sfida all’ultima pagnotta (croccante)
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