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(Foto: flickr.com / Frieds of Europe)

La Commissione europea ha aperto un’inchiesta formale per verificare se Google ha violato le norme europee sulla concorrenza, favorendo i propri servizi “ad tech” a danno di fornitori concorrenti di tecnologie per le pubblicità online, inserzionisti ed editori. L’indagine servirà a capire se la compagnia di Mountain View distorce la competizione restringendo l’accesso di terze parti ai dati degli utenti per finalità pubblicitarie su siti e app, riservandoli per il proprio utilizzo.

“Google raccoglie i dati usati per indirizzare le pubblicità, vende spazi pubblicitari e agisce anche come intermediario, quindi è presente a tutti i livelli della filiera delle inserzioni online”, osserva Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza, che ha espresso preoccupazione sul fatto che Google possa aver reso più difficile ai concorrenti la possibilità di inserirsi nella filiera. Nel 2019 la spesa per le inserzioni pubblicitarie a display nell’Unione europea è stata di circa 20 miliardi di euro, una risorsa che rende possibile la fruizione gratuita dei contenuti pubblicati online.

La Commissione si concentrerà soprattutto nei casi in cui Google offre servizi per operatori pubblicitari ed editori, esaminando in particolare l’obbligo di usare i servizi Display & Video 360 o Google Ads per acquistare annunci online su YouTube, nonché di usare Google ad Manager per pubblicarli. Sempre su YouTube, verificherà l’esistenza di potenziali restrizioni imposte da Google sul modo in cui i servizi concorrenti di Ad Manager possono offrire annunci display.

I commissari valuteranno l’apparente “favoritismo” da parte di DV360 e Google Ads a vantaggio dell’ad exchange AdX di Google e potenzialmente anche viceversa. Saranno esaminate anche le presunte restrizioni imposte da Google alla capacità di terzi concorrenti di accedere ai dati sull’identità o sul comportamento online dell’utente, disponibili per i servizi di intermediazione pubblicitaria di Google, incluso l’Id Doubleclick.

Sotto la lente finiranno anche gli effetti sul mercato pubblicitario di due iniziative annunciate da Google, a cominciare dal divieto al posizionamento di “cookie” di terze parti su Chrome e la volontà di sostituirli con il set di strumenti “privacy sandbox“. L’altro aspetto riguarda la possibilità di opt-out da parte dell’utente sulle pubblicità personalizzate sugli apparecchi Android, che dovrebbe impedire l’accesso all’identificatore pubblicitario da parte di terze parti.

Se accertate, “le pratiche oggetto di indagine possono violare le regole di concorrenza sugli accordi anticoncorrenziali tra imprese e/o sull’abuso di posizione dominante”, spiega la Commissione che comunque terrà conto della necessità di proteggere la privacy degli utenti, in conformità con le leggi europee in materia, come il regolamento generale sulla protezione dei dati.

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La Commissione europea ha avviato un’inchiesta formale per verificare se ci siano state distorsioni della concorrenza nel settore della pubblicità online
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