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È in edicola da oggi il nuovo numero del nostro bookazine trimestrale, il cui strillo di copertina è Il grande inganno – Internet ha aggiunto un filtro tra noi e la realtà, polarizzando le opinioni e falsando la percezione dei fatti. Un po’ di strumenti per avvicinarsi il più possibile alla verità. Come spiega il direttore Federico Ferrazza nella prefazione, non è un numero contro internet. Ma questo volume di Wired vuole semplicemente indagare e raccontare quel filtro che molto spesso i media in generale – e in particolare quelli digitali – mettono tra noi e la verità.

Una raccolta di saggi, interviste e inchieste per capire come muoverci quando ci troviamo di fronte a fake news, bolle di filtraggio, complottismi, bot, profili falsi e tante altre forme di distorsione di (quella che crediamo essere) la realtà. Perché è importante avere consapevolezza di quel mezzo straordinario che è la rete per poterlo usare sempre con cura e responsabilità.

Tra le firme di questo numero, Walter Quattrociocchi, esperto di analisi dei dati, ci presenta i sui ultimi studi sulla diffusione della disinformazione; Tommy Shane, dell’organizzazione internazionale First Draft, analizza quello che ci succede a livello psicologico quando crediamo alle fake news; Fabio Cleto, che insegna Storia culturale all’Università di Bergamo e il cui lavoro ha ispirato la mostra Camp: Notes on Fashion del Metropolitan museum di New York, ci mostra quanto può essere ingannevole il concetto di tempo; Jaron Lanier, guru dell’informativa e uno dei padri della realtà virtuale, smonta il mito della Silicon Valley; la scrittrice Ilaria Gaspari, in un racconto inedito, ci fa entrare nel mondo delle chat e dei profili fasulli.

In uno speciale inserto, troviamo poi una graphic novel inedita e molto autobiografica di Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, mentre Federica Cacciola, meglio conosciuta come Martina Dell’Ombra, ci racconta che cos’è per lei “il lato B della verità”. Tra gli altri articoli, un’intervista a chi di professione fa il cacciatore di bot, la storia illustrata del complottiamo e un’analisi della geopolitica della disinformazione a cura di Philip Di Salvo.

L’illustrazione di copertina e quelle che aprono tutti i capitoli della rivista – i cui nomi sono stati criptati con un divertente gioco enimigmistico suggeritoci da Stefano Andreoli, autore del libro Giochi, quiz e indovinelli divertenti (Newton Compton)– sono del talentuoso designer Crudeoil 2.0.

Infine, il consueto allegato business di Wired in formato tabloid è dedicato questa volta al mondo del Real Estate, con i cambiamenti del mercato immobiliare legati alla pandemia.

 

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Un volume che racconta di fake news, bot, profili falsi, disinformazione, complottismi e altri “filtri” che internet mette tra noi e la realtà
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