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Resident Evil Code: Veronica fu il primo gioco che inserii nella mia PlayStation 2, quasi vent’anni fa. Originariamente uscito su Dreamcast nel 2000, seguendo la cronologia fittizia della saga (e quindi facendola esordire col prequel Resident Evil Zero uscito per GameCube) si tratta del quinto episodio. È un gioco imperfetto, ma memorabile – non a caso considerato un “classico” della PlayStation – e che sfrutta tutte le potenzialità del genere survival horror.

Vanta una longevità di quasi 15 ore (che possono diventare molte di più a seconda della bravura del giocatore) a cui solo Resident Evil 4 può accostarsi, gli altri capitoli sono più brevi, inclusi l’ultimo, Resident Evil Village, criticato proprio per la scarsa durata. Resident Evil Code: Veronica, sembra non finire mai. Le location sono due: l’isola dove Claire Redfield si risveglia e comincia a indagare, in cerca del fratello Chris, e la base in Antartide della Umbrella, dove insieme a Steve si ritrova in seguito a un dirottamento aereo. Certe musiche e ambientazioni ricordano l’horror d’autore alla Dario Argento – mi riferisco al castello interno alla proprietà degli Ashcroft. C’è la giusta combinazione tra action e indovinelli – cosa che un po’ manca nel pluriosannato Resident Evil 4 e manca del tutto in Village, votato all’azione. E c’è una trama degna di questo nome, che si sviluppa coerentemente, con al centro i due gemelli Ashcroft e il loro rapporto ambiguo.

Difficile che il mercato videoludico odierno offra titoli simili che si danno senza riserve, sfruttando il loro potenziale e senza risparmiare contenuti da dosare e ridistribuire in un eventuale sequel. Il videogioco, di grande successo e acclamato dalla critica già su Dreamcast, divenne poi un romanzo di S. D. Perry e un fumetto per DC Comics. Capocom dopo alcuni passi falsi (e due capitomboli: Resident Evil 5 e 6) ha compreso che per continuare la leggenda della saga doveva proseguire su un doppio binario: innovazione e remake. Così abbiamo avuto due titoli in visuale soggettiva che hanno rivoluzionato il gameplay e ottenuto ottimi riscontri come Biohazard e il già citato Village, e i remake di Resident Evil 2 e 3, dove l’impostazione di gioco rimane di base classica, ma graficamente attestata sugli standard delle console di ultima generazione.

Il ricordo di Resident Evil Code: Veronica è ancora forte e dato che la Capcom non ha reso noto il progetto di un remake, ecco che un team di fan ha pensato di farne uno. Una demo per pc scaricabile in inglese, spagnolo e portoghese è disponibile sul sito Recvfanremake. Mostra una prima fase di gioco, quella relativa al risveglio di Claire nella cella, ai primi incontri con gli zombie nei dormitori e all’entrata nella proprietà degli Ashcroft. Ambienti e dinamiche di gioco sono aderenti all’originale, per quanto la videocamera espansa e leggermente alzata sia in linea con la prospettiva adottata dai remake del secondo e terzo episodio, ma il team fa sapere che le modalità di gioco saranno due, una delle quali a telecamera fissa per rendere l’esperienza identica all’originale. Il progetto, senza fini di lucro, che non accetta donazioni e sganciato dalla Capcom era già stato annunciato nel 2019 su Twitter. Il primo risultato lascia ben sperare. Avremo un remake definitivo di Code: Veronica interamente fatto dai fan o Capcom bloccherà tutto?

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Un grande classico della PlayStation (e uno dei migliori RE di sempre) in una nuova veste grafica non ufficiale. Per ora la Capcom osserva senza commentare
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