0 00 4 minuti 3 anni 9

(foto: Bethany Clarke/Getty Images)

Negli ultimi tempi un metodo sempre più usato da alcuni paesi per reprimere il dissenso e limitare la libertà d’espressione è stato bloccare l’accesso a internet o alle piattaforme social. Negli ultimi giorni questo è stato il caso della Nigeria che ha sospeso l’accesso a Twitter a tempo indeterminato nello stato, seppur con motivazioni peculiari.

Le autorità nigeriane, infatti, hanno annunciato venerdì sera il blocco del social network nel paese con un comunicato, e anche con un thread sullo stesso Twitter. Il ministro dell’Informazione, Lai Mohamed, comunicando il blocco delle operazioni, ha citato “l’uso persistente della piattaforma per attività che sono capaci di minare l’esistenza corporativa della Nigeria”. Sabato, il ministro della Giustizia Abubakar Malami ha affermato di avere dato indicazioni al procuratore generale di perseguire i trasgressori del divieto di usare Twitter con un messaggio rivolto sia alle aziende che agli individui.

La decisione delle autorità nigeriane nei confronti della piattaforma di Jack Dorsey è arrivata alla fine di una settimana movimentata per i rapporti tra il governo federale e il social network, ma ha anche motivazioni più radicate.

Il 2 giugno Twitter ha cancellato un Tweet del presidente Muhammadu Buhari giudicato offensivo. Nel tweet era citata la violenta guerra civile che fu combattuta a fine anni ‘60 contro la regione del Biafra che cercava l’indipendenza. Buhari aveva scritto che “molti di coloro che oggi si comportano male sono troppo giovani per essere consapevoli della distruzione e della perdita di vite avvenute durante la guerra civile nigeriana. Quelli di noi che sono stati nei campi per 30 mesi, che hanno attraversato la guerra, li tratteranno nella lingua che capiscono”. Il presidente faceva riferimento alle spinte secessioniste che tuttora esistono in Nigeria e, con quel tweet, sembrava minacciare una nuova guerra civile contro i gruppi indipendentisti del sud-est.

Il tweet di Buhari ha scatenato le reazioni arrabbiate di molti utenti e nel giro di poche ore la piattaforma ha deciso di eliminarlo, spiegando che il linguaggio usato, giudicato offensivo, violava le sue regole di condotta. Le reazioni del governo nigeriano non si sono fatte attendere e, prima di annunciarne il blocco, il ministro dell’Informazione Mohamed ha accusato Twitter di avere alimentato le proteste dello scorso anno contro la violenza della polizia locale. Queste proteste erano organizzate sul social network di microblogging.

L’accusa più generale rivolta dalle autorità nigeriane a Twitter è di non essere imparziale nel far rispettare le proprie linee guida e in questo modo di minare la stabilità dello stato.

Intanto, l’Unione europea insieme a Regno Unito, Canada, Stati Uniti e Irlanda hanno rilasciato una dichiarazione congiunta attraverso le loro missioni diplomatiche in Nigeria, in cui si dicono delusi per la decisione del governo nigeriano di sospendere il funzionamento di Twitter. Nella nota, questi paesi hanno ribadito il loro sostegno per i diritti fondamentali della libertà di espressione e dell’accesso alle informazioni.

The post La Nigeria ha sospeso Twitter, reo di aver cancellato un tweet del presidente Buhari appeared first on Wired.

Il paese africano ha bloccato l’accesso alla piattaforma a tempo indeterminato dopo averla accusata di minare l’unità nazionale
The post La Nigeria ha sospeso Twitter, reo di aver cancellato un tweet del presidente Buhari appeared first on Wired.
Wired (Read More)

Dicci la tua, scrivi il tuo commento: