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(Foto: La presse)

Dopo le ostruzioni della Lega e l’intervento diplomatico del Vaticano, Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, ha proposto di modificare il cosiddetto ddl Zan, il disegno di legge presentato dal deputato del Partito democratico Alessandro Zan per contrastare l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo. Da mesi in discussione al Senato, il testo mira a estendere la portata della normativa già esistente sui reati d’odio agli atteggiamenti discriminatori verso la comunità lgbt+, le donne e le persone con disabilità. Secondo le dichiarazioni di Renzi, intervistato da Repubblica, le modifiche servirebbero a accelerare l’approvazione del ddl, eliminando i passaggi più controversi e al centro delle critiche di Lega e del Vaticano.

Concretamente, Italia Viva ha proposto di modificare gli articoli 1 e 7 del decreto e di abolire completamente l’articolo 4.

L’articolo 1

La formulazione originale dell’articolo 1 del ddl Zan chiede l’aggiunta dei reati di discriminazione basati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità” all’articolo 604-bis e 604-ter del codice penale, che puniscono l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi “razziali, etnici, religiosi o di nazionalità”. Nella proposta di Italia Viva invece, la formula reciterebbe soltanto “fondati sull’omofobia o sulla transfobia”.

In questo modo però, non solo il testo perderebbe la sua portata di tutela nei confronti delle persone discriminate per motivi legati al proprio sesso biologico o alla propria condizione di disabilità, ma andrebbe anche rendere la norma imprecisa, non definendo correttamente tutti gli estremi dei reati sanzionati. Per la Senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà, segretaria della commissione Giustizia al Senato, con l’esclusione della tutela dell’identità di genere questa modifica andrebbe “in contrasto con il principio di tassatività della legge penale”.

Secondo Renzi, invece, con questo cambiamento si potrebbe facilitare l’approvazione del ddl al Senato, eliminando le proteste della destra e dei cattolici conservatori, totalmente contrari all’idea di inserire in una legge il concetto di “identità di genere”, ritenuto vago e pericoloso. In realtà il ddl spiega come per “identità di genere” si intenda “l’identificazione percepita e manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Sintetizzando, l’identità di genere identifica ciò che una persona sente e dice di essere al di là del proprio sesso biologico con cui è nata o nato.

L’articolo 4

L’articolo 4 del ddl Zan è dedicato alla salvaguardia della libertà di opinione e di scelta, per tutelare la libertà di parola, e recita “sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Ossia, la libertà di espressione non deve mai sconfinare nell’istigazione all’odio e alla violenza. Secondo Italia viva questo passaggio può essere soppresso, perché la tutela della libertà di espressione è già prevista dalla Costituzione. L’articolo 4 è stato fortemente contestato sia da destra che nella nota del Vaticano, perché potrebbe limitare la libertà di espressione della comunità cattolica.

L’articolo 7

Anche l’articolo 7 è uno dei più contestati dalla destra e tra quelli citati come in violazione del Concordato tra Stato e Chiesa, nella nota del Vaticano. In questo caso, il ddl propone di istituire per il 17 maggio la giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia (lo stesso giorno in cui è già in vigore quella internazionale) e prevede che scuole e amministrazioni organizzino iniziative per promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione e contrastare pregiudizi e violenze. Secondo quanto dichiarato dal leader della Lega Matteo Salvini, questo articolo andrebbe tolto per evitare “il coinvolgimento dei bambini”, mentre per la Santa sede limiterebbe l’autonomia della comunità cattolica non esentando le scuole private cattoliche dall’organizzare attività per questa giornata. Pertanto, Italia Viva ha proposto di inserire nell’articolo la formula “nel rispetto della piena autonomia scolastica”, lasciando così alle istituzioni scolastiche la libertà di partecipare o meno alle attività di sensibilizzazione verso il messaggio della giornata.

L’iter legislativo

Il testo originale del ddl Zan è stato già approvato alla Camera il 4 novembre 2020, anche con i voti di Italia Viva. Se i cambiamenti proposti dal partito di Renzi dovessero essere approvati, il testo che arriverà in Senato dovrà poi tornare indietro alla Camera per essere votato una seconda volta, in quanto diverso da quello originale. In questo modo, il rischio è che alla Camera si potrebbero aprire nuove ostruzioni e che la legge, dopo vari mesi di incertezza, possa essere affossata o restare incastrata ancora a lungo in un loop legislativo. Italia Viva ha ora in mano il destino della legge, senza i suoi senatori e le sue senatrici, infatti, potrebbero non esserci i numeri per approvarla così com’è.

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Il partito di Matteo Renzi ha proposto un compromesso con le richieste di modifica della destra, facendo venir meno la maggioranza per l’approvazione del ddl al Senato
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