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Fin dal lancio del laptop Huawei Qingyun L540, l’industria dlla tecnologia ha cercato di conoscere l’origine del processore HiSilicon Kirin 9006C, vincendo le reticenze di Huawei che preferiva non parlarne troppo. Due erano le ipotesi: un notevole passo in avanti nelle capacità di innovazione e sviluppo cinese o un chipset di cui l’azienda di Shenzhen si era approvvigionata prima delle sanzioni.Per chiarire il dubbio la pagina Internet TechInsights ha aperto il laptop, analizzandolo così da capirci qualcosa in più con un’operazione che, in termini tecnici, si chiama di “reverse engineering“.

Il portale di tecnologia sarebbe giunto alla conclusione che l’HiSilicon Kirin 9006C è effettivamente prodotto da TSMC, dissipando in tal modo anche i dibattiti sul coinvolgimento della cinese SMIC (peraltro anch’essa iscritta nella Entity Lista americana). Il SoC è dunque basato su un processo di produzione più vecchio e meno efficiente che risale al 2020, e quindi Huawei starebbe utilizzando vecchie scorte di hardware TSMC da 5 nm.Basterà per dissipare i dubbi su chi sta producendo anche i processori 5G integrati nei più recenti smartphone di Huawei? Probabilmente no. Rimane la curiosità di sapere quanto Smic sia vicina alla produzione di processori più evoluti e, soprattutto, con che capacità di scarto. Informazioni che, per ora, non usciranno dai perimetri aziendali.

L’articolo Huawei: chiarito (in parte) il mistero del processore Kirin 9006C. È della TSMC sembra essere il primo su Cellulare Magazine.

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