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Il contesto geopolitico attorno a Taiwan continua a infiammarsi, e Huawei si trova ora in una posizione ancora più delicata. Per la prima volta, Taiwan ha deciso di allinearsi con le restrizioni imposte dagli Stati Uniti, inserendo Huawei nella propria lista nera commerciale. Questo significa che qualsiasi collaborazione con l’azienda cinese sarà vietata, a meno che non venga concessa un’autorizzazione speciale.

Dal 2019, l’embargo imposto da Washington aveva già rivoluzionato la catena di fornitura e la strategia di espansione di Huawei. Ora, con l’ingresso nella lista nera di Taipei, la pressione sul gigante tecnologico cinese aumenta ulteriormente, soprattutto in un momento in cui le relazioni tra Stati Uniti, Cina e Taiwan sono più tese che mai.

Il nodo semiconduttori e le ricadute sull’intelligenza artificiale

Taiwan è uno snodo cruciale nell’industria globale dei semiconduttori grazie a TSMC, azienda leader nella produzione di chip. L’esclusione di Huawei dalle forniture taiwanesi, come riportato da Bloomberg, potrebbe bloccare significativamente i progressi del gruppo nell’ambito dell’intelligenza artificiale, privandolo di tecnologie avanzate essenziali per i suoi progetti futuri.

Non solo Huawei è coinvolta. Anche SMIC, la principale fonderia cinese e partner strategico del colosso, è stata inserita nella lista nera. Già colpita dalle sanzioni statunitensi dal 2020, SMIC rischia ora di vedere ulteriormente compromessa la propria capacità di accesso alle tecnologie chiave per la produzione di chip di ultima generazione.

La risposta di Pechino e l’accusa di “fedeltà cieca” agli Stati Uniti

Il governo cinese ha reagito con durezza alla decisione di Taipei. Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan, ha condannato l’iniziativa, definendola una mossa “spregevole” e indicandola come ulteriore prova della fedeltà del presidente taiwanese Lai Ching-te agli Stati Uniti. Ha inoltre affermato che Pechino adotterà contromisure per difendere gli scambi economici tra le due sponde dello Stretto.

Nonostante le tensioni politiche, è importante sottolineare che la Cina rimane il principale partner commerciale di Taiwan. Tuttavia, queste sanzioni potrebbero rappresentare un nuovo punto di rottura nelle relazioni tra Pechino e Taipei. Zhu ha infine ribadito che tali ostacoli “non rallenteranno il percorso della modernizzazione industriale della Cina continentale”, sottolineando la volontà di Pechino di proseguire con determinazione nei propri obiettivi tecnologici.

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