Netflix ha offerto a Gil-Young Kim, imprenditrice sudcoreana della contea di Seongju, proprietaria di un negozio di dolci, un risarcimento di 5 milioni di won (meno di 4mila euro). Una bazzecola rispetto ai 45,6 miliardi di won (33 milioni di euro) messi in palio nel sadico gioco alla base della serie Squid Game. Il riferimento non è casuale: la produzione coreana al momento famosa in tutto il mondo è proprio il motivo per cui la vita della povera Gil-Young Kim nelle scorse settimane è diventata un inferno. Nel primo episodio della serie, infatti, si vede un biglietto da visita che reca un numero di telefono fondamentale per il proseguo della trama. Peccato che quella successione di cifre non fosse poi così casuale e corrispondesse al numero reale utilizzato dalla donna: “È un numero che usavo da oltre dieci anni, all’improvviso ho ricevuto più di quattromila chiamate“.
Con la crescita esponenziale del clamore attorno alla serie è indubbio che le potenziali chiamate, anche solo mosse da curiosità se non con la volontà di fare dei veri e propri scherzi telefonici, cresceranno. Netflix sta cercando di porre rimedio alla faccenda, invitando i fan a non chiamare il numero ma soprattutto sostituendo l’episodio incriminato con una versione in cui è sparita dal montaggio l’immagine del numero stesso. Non è la prima volta che una coincidenza del genere crea non pochi disagi a persone fino a quel momento ignare della popolarità del proprio recapito telefonico: nel 2005 nel film di Giovanni Veronesi Manuale d’amore, il personaggio interpretato da Anita Caprioli recita al suo spasimante Carlo Verdone una successione di numeri che si rivelano essere poi il numero di cellulare di una malcapitata trentenne di Roma, la quale – dopo aver subito per giorni il fastidio di centinaia di chiamate e sms quotidiani – ha sporto denuncia ed è stata risarcita di 4500 euro.
Capita insomma che alcune cifre, messe in fila una dietro l’altra, siano meno casuali di quanto ci si aspetterebbe. Ovviamente l’industria del cinema e dell’intrattenimento, soprattutto quella americana, ha pensato da tempo a una soluzione per questo tipo di inconvenienti, dato che l’utilizzo di numeri di telefono nelle situazioni di fiction sembra molto più comune di quanto ci si potrebbe aspettare: utilizzare, cioè, dei numeri standardizzati. Negli Stati Uniti, in particolare, nei film e nelle serie si utilizzano numeri che iniziano con 555 che, a differenza di altre sequenze numeriche, non corrispondono a nessuna precisa zona geografica, quindi sono lasciate volutamente libere per un utilizzo fittizio. Film come Ghostbusters o Last Action Hero, telefilm come Seinfeld e Bayside School ma anche videogiochi come The Last of Us contengono numeri falsi inizianti per 555. Altri paesi, come il Regno Unito, Francia, Svezia o Irlanda hanno le loro sequenze apposite, che invece non ci risultano essere per l’Italia.
Eppure nemmeno i numeri 555 non risultano essere soddisfacenti per tutti. Molti registi soprattutto di film d’autore considerano il 555 come un chiaro segnale di finzione che compromette l’illusione di veridicità della storia che stanno raccontando. Nel suo film del 1999 Magnolia, Paul Thomas Anderson ha utilizzato ben due numeri che si potevano chiamare veramente: l’818-775-3993 digitato dall’infermiere interpretato da Philip Seymour Hoffman rimandava a un messaggio di una donna chiaramente agitata che diceva “Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico“; l’altro, 1-877-TAMEHER, compariva nella televendita dell’imbonitore interpretato da Tom Cruise e se chiamato realmente dava accesso a una voce pre-registrata dello stesso Cruise che illustrava il suo programma di auto-aiuto “Seduci e distruggi“.
Se in questi casi sono mezzi per amplificare l’universo narrativo, in altri si tratta di vicoli ciechi: Universal ha usato spesso nei suoi film come I guardiani del destino, Certamente, forse e Scott Pilgrim vs. the World lo stesso 212-664-7665, numero di New York non allacciato però a nessuna utenza. La certezza deriva dal fatto che in molti hanno provato a chiamarlo: per qualche strano motivo se un numero di telefono compare sullo schermo ci sarà qualcuno che sicuramente proverà a digitarlo. Anche quando il numero stesso è incompleto: nel film del 2003 Una settimana da Dio con Jim Carrey viene rivelato che si può chiamare appunto l’Onnipotente al numero 776-2323: era senza area code, cioè il prefisso che localizza in un determinato luogo il numero stesso, peccato che se lo componi anche senza area code ti metterà in contatto automaticamente con il numero dell’area geografica in cui si trova il chiamante. Oltre trenta persone sparse in tutti gli Stati Uniti, di conseguenza, si sono sentite chiedere se erano per caso davvero Dio.
E le serie tv? Se molte ricorrono senza colpo ferire alla soluzione 555, altre sfruttano la presenza di numeri di telefono come veri e propri strumenti promozionali. In un episodio del 2004 della serie Scrubs, per esempio, compare il numero 916-CALL-TURK: i fan che chiamavano si sentivano rispondere dalla voce di Donald Faison, interprete di Tuck appunto (“Che emozione! Non ci credo che m’hai chiamato!“), che li avvisava che nelle settimane successive la serie avrebbe cambiato orario di messa in onda. Sempre nel 2004, all’interno della serie Una mamma per amica, Luke scrive il suo numero (860-294-1986) in un messaggio per Lorelai: i curiosi che l’hanno chiamato si ritrovavano a sentire un messaggio che chiedeva fondi per l’apertura di un reparto infantile nell’ospedale di Baltimora. Ancora, in un episodio di The Office compare un 800-984-3672 che rimanda alla segreteria di un’affiliata della mitica azienda Dunder Mifflin.
Insomma, inserire un numero di telefono all’interno della propria serie e del proprio film non è un gioco da ragazzi. Ogni cifra potrebbe avere le proprie conseguenze ed è quindi meglio pensare a un numero fasullo ad hoc che magari rimandi a una specifica segreteria promozionale. Nessuno vuole ritrovarsi nella situazione di essere tempestato di telefonate insistenti e anonime. Lo sa bene Gil-Young Kim, che ha in ogni caso rifiutato il risarcimento di Netflix e Squid Game. Ammesso che quello fosse davvero il suo numero: il Wall Street Journal dice infatti che il numero appartiene a un uomo coreano. Uno scherzo telefonico all’interno dello scherzo telefonico? Difficile dirlo, nel dubbio non chiamate.
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Avete mai provato a chiamare un numero di telefono comparso in un film o una serie? Non fatelo. Potreste aggiungere ansia ai poveri malcapitati come la donna perseguitata dai fan di Squid Game
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