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Foto Ali Abdul Rahman on Unsplash

Chat di classe. Semplici parole che nascondono un abisso. Vi ricordate quando ci si scambiavano storie horror da ragazzini, facendo a gara a chi riusciva a trovare la più spaventosa? Ecco, nulla in confronto alle storie che possono raccontarvi mamme e papà sulle conversazioni nelle ‘stanze’ di WhatsApp dai nomi apparentemente rassicuranti tipo ‘Sezione Stella Cadente’ o ‘Cuccioli della Primavera‘.

Le chat di classe sono utili per scambiarsi informazioni necessarie e avvisi. Tutto il resto è superfluo, questa è la regola di base.

Per irritare profondamente chi partecipa alla chat non è necessario fare cose clamorose. Ci sono, certo, esempi di maleducazione colossale o momenti in cui si scatenano liti all’ultimo sangue per il regalo alle maestre o per una scaramuccia tra i bambini. Ma ci sono anche sfumature più sottili che possono risultare molto fastidiose. Se state navigando per la prima volta nel magico mondo delle chat o se semplicemente volete trovare conforto e capire che non siete soli nell’irritazione, ecco cosa evitare per non trasformare uno strumento di servizio in un incubo senza fine.

1. Lo spam delle borsine all’uncinetto

A meno che non ci siano precise richieste (e anche in questo caso sempre meglio passare alla conversazione privata), evitiamo di sponsorizzare prodotti, attività commerciali, mercatini di Natale di parenti e amici. Esistono molti altri modi per avvicinare le persone ai piccoli business e intasare una chat con megabyte di immagini o link non è tra i più geniali.

2. Il terreno minato

Il Galateo dice che a tavola non si dovrebbe mai parlare di politica. La regola andrebbe applicata anche alle chat di classe (e a molti altri ambienti reali e virtuali, ma non divaghiamo). Soprattutto può essere estremamente irritante chi proprio non riesce a trattenere il desiderio di far sapere come la pensa, aggrappandosi a qualunque cosa. Quindi vediamo di non far degenerare il messaggio di un genitore ‘qualcuno oggi ha per caso preso per sbaglio la felpa di mio figlio?’ in una dissertazione su Marx e la proprietà privata.

3. Uno sforzo in più

Siamo nel 2021, ma le chat di classe vengono ancora chiamate ‘chat delle mamme’. In qualche modo si dà sempre per scontato che siano le madri a partecipare alle attività. Quel ‘ciao mamme’ che precede ogni messaggio può risultare fastidioso per i (numerosi) papà che partecipano alla conversazione. Non ci vuole molto. Basta un ciao generico e poi si passa al sodo delle informazioni.

4. I nomi, datemi i nomi

Può capitare che ci siano problemi di natura comportamentale in classe. Se ne può discutere, ma se si tratta di questioni gravi ovviamente se ne deve parlare prima di tutto con gli insegnanti e con la dirigenza scolastica. La cosa peggiore che si può fare, in questo caso, è esporre (o chiedere insistentemente che vengano rivelati) nella chat i nomi dei bambini coinvolti. Si deve parlare sempre in generale e mai puntando il riflettore. E senza mai perdere il senso della misura. Nella maggior parte dei casi, i bambini possono benissimo risolvere le questioni tra di loro. Altrimenti si cade in pieno nell’helicopter parenting gone wrong.

5. I vocali

Comprendiamo il fatto che a volte digitare sulla tastiera non è possibile. Mentre si sta guidando, ad esempio. Ma i messaggi vocali sarebbero da evitare. Per prima cosa, non tutti possono ascoltarli subito e se si tratta di comunicazioni urgenti è meglio scrivere, anche poche parole. E poi diciamocelo, spesso i vocali si trasformano in performance egoriferite. Quasi nessuno ha voglia di ascoltare cinque minuti di dissertazione sulla festa di Natale o sulla frequenza delle uscite in giardino dei bambini. E poi c’è qualcosa di peggio di quando, aprendo la chat, ci si trova davanti ad una schermata infinita di vocali botta e risposta?

6. Gli allegati passivo aggressivi

C’è chi abusa della disponibilità altrui e riempie la chat di inutili richieste, ma anche se siamo sfiniti dalle dinamiche della chat non è mai il caso di reagire in maniera stizzita quando qualcuno fa una semplice domanda. Se ad esempio un genitore chiede educatamente quando sono le vacanze di Natale perché non se lo ricorda, è sufficiente rispondere in maniera sintetica con la data di inizio e fine. Senza fare quella cosa orribile che è sparare in chat il pdf completo del calendario senza due righe di accompagnamento gentili (sottotesto passivo aggressivo: te lo mando così lo leggi e sappi che avresti dovuto farlo prima).

7. Le qualifiche no, grazie

Nella chat di classe si è genitori. Il motivo per cui si partecipa è avere informazioni utili durante l’anno scolastico. La vita professionale va lasciata fuori. A meno che la vostra esperienza lavorativa non possa essere utile in alcune situazioni (in quel caso è un atto di gentilezza e va benissimo). Una delle cose peggiori, più irritanti e più cafone che si possano fare in una chat è firmarsi ‘Avvocato’ ‘Dottore’ o ‘Dottoressa’, cosa che tipicamente avviene durante le discussioni al coltello (che nelle chat di classe non dovrebbero esistere ma sappiamo tutti che non è così). Nessuno si spaventerà se vi firmate avvocato, nessuno si inchinerà se vi firmate dottore.

 

 

 

 

 

 

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State navigando per la prima volta nel magico mondo dello scambio virtuale tra genitori? Oppure ci navigate da anni e non ne potete più? Ecco un compendio di alcune dei comportamenti più fastidiosi di sempre
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