In Cina, il diffondersi della variante delta del Covid-19 ha riportato milioni di persone in lockdown e le autorità hanno attivato rigide restrizioni sugli spostamenti. Per ora, l’ultima ondata del virus avrebbe infettato almeno 400 persone in 25 città, tra cui Wuhan, per la prima volta da quando l’epidemia era stata contenuta lo scorso anno, e Pechino.
Su 31 province 17 sono state coinvolte dal diffondersi della nuova variante. Solo ieri, 3 agosto, 71 nuovi casi sono stati confermati tra la provincia del Jiangsu e quella dello Hunan. I governi locali hanno consigliato ai residenti di non uscire dai territori regionali e le autorità di Nanchino e Yangzhou hanno cancellato tutti i voli interni. A Pechino sono state soppresse 13 tratte ferroviarie ed è stata vietata la vendita di biglietti a lunga percorrenza in 23 stazioni. Inoltre, le aree residenziali della capitale, comprese quelle in cui vivono anche più di 10 mila persone, sono state sigillate per eseguire test di massa e le autorità hanno già cominciato a testare tutti gli 11 milioni di cittadini di Wuhan.
La risposta cinese all’emergere di nuovi focolai, per quanto piccoli, è stata sempre molto aggressiva durante tutto il 2020, utilizzando test di massa, rigidi lockdown e restrizioni di viaggio localizzate. Tuttavia, l’alta trasmissibilità che caratterizza la variante Delta ha comportato un rapido aumento dei casi e una veloce diffusione a livello geografico. Secondo le autorità, il 44% dei nuovi casi è collegato al personale dell’aeroporto internazionale di Lukou, dove gli addetti delle pulizie sarebbero stati contagiati dopo aver pulito un aeroplano in arrivo dalla Russia. Altri due focolai sono stati registrati nelle province dello Yunnan e Zhengzhou, al confine con il Myanmar, incominciati sempre negli aeroporti dove sono sbarcati alcuni passeggeri provenienti dal paese confinante. Inoltre, un altro focolaio importante sarebbe stato causato da un gruppo di turisti partiti da Lukou per partecipare a un concerto nella città di Zhangjiajie, nella provincia dello Hunan.
Secondo lo scienziato Yang Zhanqiu, vicedirettore del dipartimento di biologia dei patogeni all’università di Wuhan, l’aumento dei contagi è dipeso dall’assenza di controlli e test su trasporti e oggetti, che ha portato allo scoppio dei nuovi focolai in luoghi come gli aeroporti. “L’ultima ondata sta dimostrando come le autorità locali non siano state in grado di gestire correttamente, per esempio, i rifiuti organici e non, lasciati negli aerei e negli aeroporti dove sono state trovate persone positive”, ha dichiarato Zhanqiu sulle pagine del quotidiano statale Global Times.
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Nuovi lockdown per milioni di persone e restrizioni sui trasporti. Pechino ha chiuso 13 tratte ferroviarie e alcune province hanno sospeso i voli interni, mentre a Wuhan 11 milioni di persone si preparano a essere testate
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