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Un uomo su 12 e una donna su 200 nel mondo sono affetti da daltonismo, un distrurbo della vista che altera la visione di alcuni colori. Proprio per questo i produttori di smartphone lavorano all’evoluzione dei loro display per renderli non solo più belli, leggibili e cromaticamente realistici, ma anche per andare incontro alle esigenze di tutti i tipi di occhi e di vista.

OPPO, ad esempio, è fra i brand che ha lavorato maggiormente in questa direzione, con la presentazione del suo più recente modelli flagship, il Find X3 Pro (qui la nostra recensione), il cui schermo da un miliardo di colori asscura una visibilità ottimale delle immagini anche alle persone con deficit di visione.

Ci sono tre tipologie di vista

L’obiettivo è dunque quello di riuscire a garantire la migliore esperienza di fruizione del colore a un numero sempre maggiore di persone, rendendo accessibile il miliardo di sfumature di colore che lo smartphone riesce a catturare attraverso le immagini e i video, anche a chi presenta deficit visivi. Il display OLED dello smartphone è stato progetto per essere facilmente calibrato per adattarsi in modo semplice alle diverse capacità visive individuali.

Per ottenere questa perfezione nella calibrazione e riproduzione dei colori, OPPO ha condotto una ricerca con alcuni esperti di scienza del colore, i professori Yaguchi e luo Ming della Zhejiang University (Cina).

Tale collaborazione ha permesso di esplorare le caratteristiche visive dell’occhio umano e il ruolo dello smartphone nella visualizzazione dei colori. Dalla ricerca è emerso che la maggior parte degli utenti di smartphone può essere divisa in tre determinati gruppi, a seconda della loro capacità visiva: persone con deficit di visione del colore e daltoniche, persone con una parziale visione dei colori e infine persone che hanno una completa visione dei colori.

In particolar modo, gli utenti con visione dei colori parziale e con deficit di visione del colore rappresentano rispettivamente il 68% e il 16% degli intervistati. Soltanto quindi una piccola percentuale (16%) ha una visione a colori completa, senza mostrare alcun tipo di criticità.

OPPO ha utilizzato fino a otto metodi per riuscire a testare la visione dei colori in modo ottimale, concentrandosi in seguito su due metodi, con l’aiuto del professor Luo Ming. Questi metodi si basano principalmente su il rilevamento di immagini a falsi colori, comunemente usate in medicina per diagnosticare il daltonismo, e il Munsell Colour System. Quest’ultimo, utilizzato per analizzare le diverse sfumature di colore, definisce i colori in base a tre coordinate dimensionali: tonalità, luminosità e saturazione. Questo sistema ha permesso a OPPO di ottimizzare al massimo l’accuratezza della sfumatura di colore sullo schermo, compensando così le eventuali carenze visive dell’utente. In generale, l’applicazione di queste metodologie differenti è stata fondamentale per riuscire a creare un algoritmo che adattasse il display alle diverse capacità visive.

La visione del colore è una questione di cellule coniche

Gli occhi hanno milioni di ricettori della luce chiamati “coni” che possono essere divisi in 3 gruppi principali. Ognuno di questi coni reagisce a una serie di lunghezze d’onda, che corrispondono ai diversi colori della luce. Nell’analisi del funzionamento di questi fotorecettori, OPPO ha adottato una rigorosa metodologia scientifica nella ricerca: in particolare si è concentrato sulle lunghezze d’onda della luce (LMS) lunghe, medie e corte. Questo metodo ha mostrato un crossover nei fotorecettori, soprattutto per ciò che riguarda le lunghezze d’onda medie e lunghe che producono toni verdi, gialli, arancioni e rossi.

Il cervello umano costruisce poi le immagini a partire proprio dalle informazioni catturate da questi fotorecettori e alcune persone potrebbero percepire specifiche lunghezze d’onda di colore meglio di altre. È proprio a questo punto che può entrare in gioco la compensazione attiva del colore.

Un semplice test sul display di Find X3 Pro

Una compromissione significativa dei fotorecettori di lunghezza d’onda lunga, media o corta è la causa principale delle tre forme di daltonismo: la Deuteranomalia (verde-rosso), la Protanomalia (rosso-verde) e Tritanomalia (blu-giallo).

Gli algoritmi sviluppati per OPPO Find X3 Pro sono in grado di compensare queste tre problematiche, compensando le tonalità del display per ottenere il pieno contrasto di colore in un’immagine. Tuttavia, questa ottimizzazione del colore all’interno di situazioni reali è un processo estremamente complesso che va oltre il semplice adattamento della luminosità del display. Infatti, l’illuminazione ambientale può influenzare drasticamente la percezione del colore visualizzato su uno schermo. Solitamente, in ambienti con una luce calda, i colori dei display degli smartphone tendono ad apparire freddi e bluastri. La funzione “Nature Tone Display” di OPPO Find X3 Pro regola quindi automaticamente la temperatura del colore in base alla luce ambientale, in modo tale che l’algoritmo di miglioramento della visione dei colori funzioni perfettamente sia che ci si trovi in un ambiente con una luce soffusa sia in uno più luminoso.

Con la Colour Correction 2.0 e attraverso la recente funzione “Colour Vision Enhancement”, il brand ha affinato ulteriormente l’algoritmo di compensazione del colore per OPPO Find X3 Pro. Questa nuova feature consente infatti di eseguire un test di percezione del colore direttamente dal display, regolando la compensazione e offrendo un’esperienza visiva personalizzata e su misura per ogni utente. È possibile ottenere fno a 765 profili di visualizzazione, con l’obiettivo di garante un’esperienza ottimale e accessibile a tutte e persone.

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