Apple potrebbe ancora essere colpita dai dazi per l’importazione dei suoi dispositivi negli Stati Uniti. Donald Trump, infatti, avrebbe optato per una nuova soluzione: negoziare con ciascun Paese e azienda durante la pausa di 90 giorni in cui i dazi sono stati sospesi.

Apple sarebbe la più colpita dai dazi sui beni importati da Cina, India e Vietnam, dove vengono prodotti principalmente iPhone, iPad e altri accessori.Il Presidente degli Stati Uniti ha più di una volta dimostrato di essere un po’ ondivago con riguardo alle decisioni sui dazi, che raramente possono definirsi definitive: una strategia che non fa che generare incertezza nelle stanze di Cupertino.Donald Trump ha imposto una sospensione di 90 giorni sui dazi globali da lui imposti, che per ora ammontano al 145% per i prodotti importati dalla Cina. Attualmente sono al 10% fino al raggiungimento di un accordo, ma data la fluidità nelle decisioni del Presidente, nessuno è più sicuro di cosa stia succedendo.Secondo i funzionari dell’ufficio di Trump, oltre 90 Paesi hanno cercato di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti. Lo stesso Presidente ha dichiarato: “Alla fine, penso che quello che succederà è che avremo ottimi accordi e, a proposito, se non abbiamo un accordo con un’azienda o un paese, saremo noi a stabilire i dazi”.Apple è una delle aziende più colpite dai dazi del “Giorno della Liberazione”, poiché tutti i suoi dispositivi vengono assemblati al di fuori degli Stati Uniti. Un terzo degli iPhone viene spedito dall’India, che ha beneficiato di uno sconto tariffario del 26%, mentre il Vietnam, dove vengono prodotti principalmente iPad e AirPods, incorrerebbe in un dazio del 46%.Gli iPhone sono realizzati con chip provenienti da Taiwan, display dalla Corea del Sud e componenti della fotocamera dal Giappone: anche se tutta la produzione si spostasse negli Stati Uniti, sarebbe comunque costoso per Cupertino sostenere la nuova filiera.

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