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Viviamo nell’epoca più tecnologica di sempre. Il cinema e le serie tv, così come il mondo videoludico, ci mostrano continuamente un universo narrativo in cui il concetto di avveniristico perde sempre più d’importanza, visto che la realtà spesso raggiunge (ed in qualche caso anticipa) la fantasia.

Ma non è una prerogativa solamente della nostra epoca. Il rapporto tra uomo e tecnologia, si fece via via sempre più suggestivo ed intimo a partire dalla fine del XIX secolo, contraddistinse la fine di quell’era comunemente definita Vittoriana e l’anima di quella successiva definita come Belle Époque, tragicamente interrotta dalla Grande GuerraMa come vedevano la neonata tecnologia quegli uomini, che in breve tempo dalle carrozze coi cavalli si trovarono a bordo di biciclette ed auto, conobbero il telegrafo, cominciarono a scoprire che esisteva un mondo fatto di elettricità, atomi e tanto altro ancora? Il cinema ha cercato di parlarci di quella tecnologia, di quel periodo in cui l’industrializzazione di massa, le nuove scoperte scientifiche, paradossalmente favorirono spesso la fantasia più fertile, facendo rinascere l’occultismo, il soprannaturale, forze invisibili ed arcane. Spesso, lo ha fatto unendo realtà storica e fantasia.

Christopher Nolan e Nikola Tesla

Uscito 15 anni fa è uno dei migliori film su quel periodo storico in cui la scienza faceva passi da gigante, diventava quasi una nuova religione, alimentando però paradossalmente l’illusionismo, quei grandi performer che promettevano di stupire il pubblico con magie e mistero.
La rivalità tra Alfred Bornen (Christian Bale) e Robert Angier (Hugh Jackman) diventa grazie a Nolan, il simbolo di quell’epoca contraddittoria. In Borden, sperimentatore anarchico, egli creò il simbolo dei tanti inventori e scienziati, che per puro e disinteressato amore del progresso e della ricerca, ci aprirono un mondo di possibilità. Al contrario Angier, ambizioso, animato da una bramosia spietata, rappresenta l’anima industriale e capitalista, che usò le nuove scoperte per il mero profitto, senza curarsi delle conseguenze.
Non a caso, a decidere le sorti dei due, sarà uno dei più geniali e sfortunati inventori di tutti i tempi: Nikola Tesla (interpretato da David Bowie). Tesla per loro crea un macchinario in grado di clonare l’uomo, uno strumento che Angier userà spietatamente per diventare una star. The Prestige parlava della magia del cinema, dell’illusione dell’arte, certo. Ma come non vedervi, nella neutralità di Tesla, una metafora sui limiti del rapporto tra uomo e tecnologia, mostrataci come un mero strumento, i cui effetti dipendono dagli scopi decisi dalla mente di chi la possiede.  

Paul McGuigan e Victor Frankestein

Come tale principio possa essere vero, viene mostrato in, diretto da Paul McGuigan, trasposizione del celebre romanzo di Mary Shelley sulla “Creatura” nata da pezzi di cadavere per mano di un giovane studente di medicina. Il giovane Victor Frankestein (James McAvoy) e il suo assistente Igor (Daniel Radcliffe) rappresentano perfettamente lo spirito “anarchico” della scienza di quel periodo, che sovente andava contro ogni principio etico in nome della sperimentazione, anche la più estrema. Un aspetto qui di primaria importanza, è la rappresentazione dell’energia elettrica secondo le idee che molti in quel finire di 800 teorizzavano, vedendovi possibilità potenzialmente sconfinate, soprannaturali.
La scienza diventa qui strumento dell’occulto, dell’impensabile, viene mostrata come mezzo attraverso il quale l’uomo di sostituisce a Dio, travalica ogni limite, mirando a correggere gli “errori” della natura.Era il punto di vista di quel movimento filosofico noto come Positivismo, che come il giovane Viktor Frankenstein, rifiutava i dogmi e la moralità religiosa, in nome del progresso tecnologico assoluto.

Alfonso Gomez-Rejon ed Edison

Il futuro è al centro anche di Edison – l’uomo che illuminò il mondo di Alfonso Gomez-Rejon, biopic dedicato alla leggendaria “Guerra delle correnti” che vide contrapposti Thomas Edison (Benedict Cumberbatch) e il brillante George Westinghouse (Michael Shannon).
Qui ritorna centrale ancora una volta la figura di Tesla (interpretato da Nicholas Hoult), simbolo dell’innovazione, del genio sperimentatore nel senso più puro, quello che sovente anche oggi viene soffocato dalla logica di mercato. La tecnologia viene qui declinata storicamente come il risultato dell’iniziativa personale, quindi mutevole, non prevedibile. Corrente continua od alternata? Dietro tale dilemma, che creò la celebre rivalità tra i due grandi inventori, il film ci parla soprattutto dello scontro tra innovazione tecnologica e imprenditoria, della necessità che si materializzò in quegli anni, di avere degli standard universali che tenessero conto di costi e benefici. Contemporaneamente, questo biopic è anche uno dei primi ad affrontare il tema della pubblicità come mezzo per rendere la tecnologia apprezzata (od odiata) dal pubblico, di come la comunicazione sia anch’essa una parte fondamentale dell’innovazione.
Ancora più che nel film di Nolan, si può comprendere quale mix di meraviglia e paura provasse il pubblico, di fronte a queste scoperte, ad un mondo misterioso che gli si dischiudeva davanti.

Guy Ritchie e Sherlock Holmes

Arriviamo quindi a Guy Ritchie, ai suoi due film su Sherlock Holmes. Nel primo, vi è forse la migliore rappresentazione di quanto durante l’epoca vittoriana, la tecnologia permettesse a chi ne conosceva i segreti, di imporsi come una figura a metà tra lo stregone e la rock-starLord Blackwood (Mark Strong) usa la conoscenza per instillare paure ancestrali e risvegliare la superstizione. Lo fa nel momento in cui l’elettricità sta diventando sempre più importante, ma assieme ad essa fa la sua comparsa anche la ben poco reclamizzata chimica.
Holmes (Robert Downey Jr.) e Watson (Jude Law) mentre sono sulle sue tracce, vivono come in un’ucronia, in un mondo dove esistono teaser ed armi di distruzione di massa azionate a distanza.
Qualcosa di molto simile è presente anche nel seguito, Gioco di Ombre, dove il letale Professor Moriarty (Jared Harris), ha a disposizione armi ed equipaggiamenti che precorrono i tempi, e si diletta con interventi di chirurgia plastica fantascientifici. L’elemento veramente interessante qui, è però soprattutto la visione di Moriarty. Egli prevede che la tecnologia cambierà il volto della guerra e della società, muovendosi in armonia con l’industrializzazione di massa creerà un regime basato sulla domanda e l’offerta. La ricerca, la sperimentazione tecnologica, qui è collegata al mito futuristico della guerra purificatrice, dell’uomo macchina che si impadronisce del futuro, domina l’universo ed i suoi simili con la scienza ed i suoi doni.

 

 

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Quando il cinema ci ha parlato in modo creativo e lucido degli albori della tecnologia, di quando essa univa in sé scienza e magia
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